Introduzione
In questo articolo vogliamo sottolineare alcuni princìpi che hanno guidato la formulazione dei nostri solari. Essendo il nostro compito quello di formulare cosmetici della migliore qualità possibile, intendiamo dare qui le motivazioni che ci hanno portato alla scelta di taluni componenti piuttosto che di altri, attingendo alla ingente letteratura medico-scientifica che, in tema di filtri solari, ha un ampio spazio anche sul mondo di internet. Detto in altre parole, non avendone titolo, non intendiamo certo dare un nostro punto di vista medico sulla validità o meno di certi principi attivi ma, piuttosto, partendo da concetti disponibili, daremo motivazioni sulle nostre scelte.
Radiazioni solari: UVA e UVB
Quali sono le radiazioni solari che producono effetti sulle pelle e dalle quali occorre proteggersi? Com’è noto, le radiazioni solari oltre il campo delle frequenze visibili più alte vengono divise in due gruppi principali:• radiazioni UVB ovvero componenti della luce solare la cui lunghezza d’onda è compresa tra i 280 e i 320 nanometri; • radiazioni UVA ovvero componenti della luce solare la cui lunghezza d’onda è compresa tra i 320 e i 400 nanometri.Oltre la soglia dei 400 nanometri inizia lo spettro del visibile mentre le frequenze più alte (dunque, lunghezze d’onda minori di 280 nanometri), ovvero i raggi UVC, sono schermate dall’atmosfera. |
Le radiazioni UVB producono effetti più facilmente visibili poiché, avendo una scarsa capacità di penetrazione, esauriscono la loro notevole energia negli strati più superficiali della pelle, generando i classici effetti di arrossamento.
Le radiazioni UVA, al contrario, pur portando con sé una minore quantità di energia (perché legate a frequenze più basse), hanno una maggiore capacità di penetrazione, generando per questo effetti meno visibili ma ben più insidiosi (invecchiamento cutaneo, generazione di fenomeni neolpastici, innalzamento di fenomeni di foto-reazione e foto-sensibilizzazione ecc.).
Naturalmente, le reazioni che abbiamo citato sopravvengono per una eccessiva esposizione al sole. Nessun allarme dunque: una consapevole e moderata esposizione al sole è portatrice di soli benefici.
Definizione di filtro solare e degli indici correlati
Partiamo dalla semplice definizione di cosa è un filtro solare e di quali grandezze sono correlate a queste sostanze.
Un filtro solare è un principio attivo in grado di schermare la pelle dalle radiazioni solari (ovvero da alcune frequenze delle radiazioni solari) evitando a questo organo gli effetti indesiderati causati da una sua eccessiva esposizione ai raggi stessi.
Con spirito di sintesi, diremo che l’efficacia dell’azione schermante è stata quantificata da due fattori:
• l’SPF (Sun Protection Factor) o IP (Indice di protezione) per quanto riguarda l’effetto di schermo dalle radiazioni UVB;
• IPD o PPD per ciò che riguarda la protezione dalle radiazioni UVA.
Detto in termini discorsivi, l’indice SPF o IP rappresenta un rapporto tra la quantità di radiazioni necessaria ad ottenere la comparsa di fenomeni di eritema con la presenza di filtri e la quantità di radiazioni necessaria ad ottenere lo stesso fenomeno in assenza di filtri. In sostanza, più questo indice è alto maggiore è la quantità di energia con cui la pelle deve essere irradiata prima di suscitare fenomeni di irritazione (eritemi).
Gli indici IPD o PPD riguardano invece la protezioni dalle radiazioni UVA. Sono senz’altro grandezze che sono più difficili da calcolare rispetto all’SPF in quanto riguardano la capacità dei raggi UVA di produrre effetti di “imbrunimento” della pelle che però sono di breve durata (circa 12-48 ore). Tali indici si differenziano, tra di loro, per il tempo che intercorre nella misurazione dell'”imbrunimento” della pelle.
Con la premessa che le nuove normative in materia di cosmetici non obbligano la specifica del fattore di protezione, è tuttavia molto chiaro il fine di queste grandezze ovvero la misurazione della quantità di radiazioni in qualche modo “disperse” attraverso l’uso di filtri solari, radiazioni che, dunque, non generano fenomeni indesiderati.
Filtri chimici, filtri fisici e spettri di protezione
Una prima importante distinzione tra i filtri solari utilizzati in cosmesi riguarda la loro natura. Esistono due tipi di filtro solare:
• filtri chimici che sono sostanze in grado di assorbire le radiazioni UV, lasciandone passare una quantità limitata e diminuendo, in questo modo, gli eventuali fastidi derivati da una prolungata esposizione al sole;
• filtri fisici composti generalmente da “polveri” in grado di riflettere e disperdere le radiazioni UV. I filtri fisici, non catalogati tra i filtri solari, sono sostanzialmente due: ossido di zinco e biossido di titanio.
Solo affinchè si possano riconoscere tra gli ingredienti dei cosmetici, di seguito riportiamo l’elenco di tutti i filtri solari chimici attualmente ammessi dalle normative.
INCI name | |
PABA PEG-25 PABA Ethylhexyl dimethyl PABA Homosalete Ethylhexyl salicylate Isoamyl p-methoxycinnamate Ethylhexyl methoxycinnamate Octyl Methoxycinnamate (vecchia definizione) Octocrylene Benzophenone-3 Benzophenone-4 Phenylbenzimidazole sulfonic acid Camphor benzalkonium mothosulfate Benzylidene camphor sulfonic acid 4-Methylbenzylidene camphor 3-Benzylidene camphor Butyl methoxydibenzoylmethane Ethylhexyl triazone Terephthalydene dicamphor sulfonic acid Polyacrylamidomethyl benzylidene camphor Drometrizole trisiloxane Denzylidene malonate polysiloxane Diethylhexyl butanido triazone Methylene bis-benzotriazolyl tetramemethtlbutylphenol. |
Appare subito edidente, dalla natura di queste sostanze, una prima fondamentale distinzione nella azione di questi due tipi di filtro. Infatti, mentre il filtro fisico, per sua natura inerte, rimane immutato con l’assorbimento delle radiazioni e, dunque, non subisce alcuna degradazione, la maggior parte di filtri chimici, sotto irradiazione UV, subisce una trasformazione nota come reazione di fotoisomerizzazione.
Per spiegare o per quantificare la continuità della protezione di un filtro chimico, è stato incontrodotto il concetto della fotostabilità. La fotostabilità di un filtro chimico esprime la sua capacita’ di rimanere intatto ed efficace dopo un certo tempo di irradiazione. Una bassa fotostabilità indica, dunque, una scarsa capacità del filtro chimico di mantenere le sue caratteristiche filtranti e schermanti nel tempo. Naturalmente, non tutti i filtri chimici sono scarsamente fotostabili e alcuni di questi mantengono la loro efficacia nel corso delle ore.
Tuttavia, tale considerazione sulla fotostabilità non è priva di qualche impatto degno di nota. I filtri scarsamente fotostabili, infatti, producono alcuni residui di cui non è sempre nota la totale innocuità sulla pelle. Infatti, pur essendo praticamente assenti in letteratura reazioni allergiche ai filtri chimici, ne sono invece note alcune reazioni tipiche di irritazione, specialmente sulle zone perioculari.
Una menzione importante va fatta a proposito della capacità dei filtri di proteggere la pelle dalle differenti radiazioni UVA e UVB.Facciamo riferimento alla figura a lato che rappresenta la capacità protettiva di filtri fisici e chimici al variare delle lunghezze d’onda dal campo UVB (alta frequenza, bassa lunghezza d’onda) al campo UVA (bassa frequenza, alta lunghezza d’onda). La figura a lato, con i vari tratti, indica per quale ampiezza di frequenze (spettro) le varie sostanze filtranti esercitano la loro azione di protezione.Un decadimento di questo andamento indica che quel determinato filtro, da una certa frequenza in poi (o prima di una certa frequenza), vede scemare le proprie caratteristiche protettive. |
Sono due i fatti importanti rilevabili da questa figura:
• la totalità dei filtri chimici può definirsi “specialistica” nel senso che esercita la sua azione schermante per un limitato spettro di frequenze. A questi, si aggiunge il biossido di titanio che può definirsi un filtro di tipo UVB. Ciò giustifica la presenza, nei prodotti in commercio, di più filtri in grado di garantire una adeguata protezione su tutto lo spettro delle frequenze UVA+UVB;
• l’ossido di zinco, invece, esercita la sua azione schermante lungo tutto lo spettro UVA+UVB in maniera pressochè uniforme.
I solari Eubiotika: una scelta di qualità
Da quanto esposto nei paragrafi precedenti, si evincono due concetti basilari:
• un filtro chimico, da solo, non è un grado di proteggere efficacemente la pelle su tutto lo spettro UV. In ogni caso, i processi di degradazione dei filtri chimici, benchè lunghi, lasciano residui sulla pelle non compatibili in alcun modo con una filosofia di tipo eubiotico;
• i filtri fisici, per contro, offrono indubbi vantaggi per quanto riguarda la protezione e per l’assenza di qualsiasi fenomeno di trasformazione o degradazione, mantenendo inalterata durante l’esposizione la loro efficacia.
Perché allora la quasi totalità dei prodotti in commercio fa largo uso (o esclusivo uso) di filtri chimici? Per due semplici ma decisivi motivi: semplicità di formulazione ed economia.
Il filtro fisico, infatti, pone problemi di formulazione perché “interagisce” con l’emulsione in cui è posto rendendo molto più complicato il processo di formulazione di una emulsione stabile. Il filtro fisico, dunque, necessità di una attenzione nella formulazione ben maggiore rispetto al filtro chimico che non pone alcun problema in questo senso.
La nostra scelta qual è stata? Eubiotika ha scelto di utilizzare, per i propri solari, esclusivamente filtri fisici. Ci siamo, dunque, accollati una maggiore difficoltà di formulazione a patto di garantire due vantaggi essenziali ai nostri clienti:
• l’assenza di qualsiasi prodotto residuale dovuto all’alterazione dei filtri;
• una prolungata efficacia dei nostri prodotti solari nel corso delle ore.
Questo secondo effetto è anche il risultato di una formulazione non usuale dell’emulsione (crema) che è di tipo “acqua in olio” e che garantisce una maggiore resistenza dei nostri prodotti a bagni o docce, oltre ad una perfetta usabilità del prodotto.
Siamo dunque nella certezza di essere tra le poche case ad aver fatto una scelta così radicale con l’unico e costante obiettivo di fornire alle nostre estetiste e ai nostri clienti finali il massimo delle scelte qualitative di cui siamo capaci.
Come sempre, scriveteci e chiedeteci di più. Abbiamo molti esempi da discutere insieme. Saremo ben felici di potervi rispondere.